Further Considerations

Gianni Mimmo

LP
Jan 2016

Tracklist

Side A

1. Cette Fois* 2:33
2. Life dedicated to Gilles Laheurte 13:04
3. Square as a Theatre dedicated to Mario Sironi 3:57

Side B

1. Assertive prelude 0:51
2. Hypnobirth 1:36
3. Lines On White 3:27
4. Una Fragile Contemplazione 2:45
5. Body interlude 1:55
6. Doubt And The Frame 1:06
7. Hearth interlude 1:13
8. The Floating Grid 3:02
9. Other Doubt 1:31
10. Perception 0:30 
11. Mind postlude 1:00

Credits

Kathodik
Gianni Zen

Il disco per sax soprano solo induce l'ascoltatore a compiere 'ulteriori considerazioni'. Ulteriori considerazioni scaturite dal rapporto quasi sereno tra musica e pittura (cioè la trasposizione del materiale da questa a quella), e dal rapporto apertamente conflittuale tra musica e silenzio. Gianni Mimmo suona il sax con eleganza apollinea; mi ricorda molto Konitz o Desmond, oltre che Lacy di cui ripete Cette Fois. Un altro pezzo è dedicato a Sironi (Square as a Theater) e un altro fà esplicito riferimento a Mondrian (Lines on White, splendido per l'essenzialità nella costruzione ritmica dell'arpeggio). Non è facile costruire un album di sassofono solo; non è nemmeno facile per il musicista dare un senso a ciò che fa da solo... se ci siede accanto a Mimmo, tuttavia, la mente comincia ad acquietarsi, e questo è già molto.

Blow Up
Federico Savini

Il merito maggiore di questo album rigoroso e notturno, severo nella scritture e intense nell’interpretazione, è quello di mantenere un invidiabile equilibrio tra una precisa tecnica esecutiva e una musicalità che non viene mai meno.

Il filo del discorso è sempre lucido e c’è abbastanza poesia per rimanere ammirati […]

Buscadero
Lino Brunetti

Un affresco di incommesurabile fascino e forza suggestiva. Insomma, da perdercisi dentro.

L'isola che non c'era
Alberto Bazzurro

Il secondo album solitario è Further Considerations (Tarzan), vinile a tiratura limitatissima del sopranista pavese Gianni Mimmo (foto in alto). Vi si ritrova ancora una volta l'impagabile purezza che fu di Steve Lacy, maestro assoluto del soprano solo, fra souplesse, ardite escursioni attorno al suono e segmenti più fitti. Magistrale

Solar Ipse
Loris Zecchin

Un tocco magico, diretto, subito intimo, troviamo nell’album in solo di Gianni Mimmo, Further Considerations (LP Tarzan).

Il tipo di ricerca che lo vede coinvolto non si basa tanto sull’esplorazione tecnica dello strumento, il sax soprano, quanto sull’affinamento di una voce interiore che difficilmente verrebbe fuori in situazioni collettive. Per rendere le cose comprensibili:

Suona assumendosi i suoi rischi come sta scritto nelle regole del gioco, ma asciuga tutto con grazia, meticoloso lirismo, arrivando a porgerti un frutto che, senza buccia e senza semi, puoi cacciarti in bocca interamente, così com’è.

Se lo godranno in pochi un disco del genere ed è un peccato. Va da sé una certa dimestichezza con le stelle del firmamento del sax (Steve Lacy, Julius Hemphill, ecc.) altrimenti il rischio dietro l’angolo è quello di smarrirsi senza più ritrovare la strada.

Però che classe, ragazzi miei, ha dalla sua, quest’uomo. Impossibile non pensare che ci troviamo al cospetto di un autore che sceglie le note con un acume che si può raggiungere solo con gli anni e l’esperienza.

Ettore Garzia

Nell'attuale scena jazzistica italiana il posto rivestito dal sassofonista soprano Gianni Mimmo è del tutto speciale: non si tratta solo di essere un sedicente sviluppatore di melodie o l'avventore di un prodotto strutturato per le sensazioni (in due parole il musicista), ma di essere di fronte ad un'artista in possesso di una profondità di pensiero tale che dalla musica si dirige nel vasto e accattivante mondo dell'arte. E' una qualità il cui accesso non è un evento immediatamente comprensibile (i suoi lavori vanno ascoltati più del dovuto e con l'accuratezza dell'esperienza matura dell'ascolto) e rivela le insidie di una superficiale considerazione del materiale utilizzato (i suoi lavori sono più tosti di tanta musica che si presume tale). Il trittico di cds che vi propongo e che lo vede in solo, poi in duo con Garrison Fewell ed in trio con Martin Meyes e Lawrence Casserley, è come le tre fasi di un pranzo perfetto, carpisce l'essenza musicale dell'artista, le sue passioni e le sue vie di fuga. 

Gianni incide il suo secondo disco in solitudine dopo One Way Ticket del 2005, godendo del supporto della Tarzan Records che lo ha convinto ad incidere in tal modo, vincendo quello che egli stesso giudica come l'esperimento più meraviglioso da presentare ma anche il più rischioso. In verità Mimmo di rischi ne può correre molto pochi, perché dalla sua parte si è saldamente costruito uno stile che è sviluppo di quei modelli a cui viene riferito: è vero che Lacy è l'impostazione di partenza del sopranista, ma è anche vero che fraseggi, usi dissonanti di tecniche estensive e aree meditative dell'improvvisazione propongono anche un più ampio spettro di quella "colorazione" del suono, che rappresenta il principale obiettivo della sua musica: "Further considerations" è trapassato dalla translucenza creativa che accompagna la lettura di un testo letterario o la visione assorta di un dipinto: pubblicato in Lp con tiratura limitata a 150 pezzi (un formato che Gianni mostra gradire molto), la musica richiama le intelligenze settoriali di Steve Lacy, Gilles Laheurte, Mario Sironi, Piet Mondrian, nonché la condensazione minimale di Matthias Heiderich, riassumendole in una visione d'arte che è delimitazione di confini e rottura di essi: i vincoli apparentemente strutturali di un Lacy presentano delle aperture tecniche che sono in grado di liberare dei potenziali armonici; il Mondrian della maturità ritraeva degli spazi bianchi delimitati da linee nere carcerarie che invece si prestavano ad una maggiore intensità e valutazione del bianco del disegno; i paesaggi urbani freddi di Sironi sembrano schiacciare l'anima fintantoché non si individuano delle ombre salvificatrici; la filosofia dello scomparso Laheurte recuperava una spiritualità incandescente nonostante il depistaggio delle vicende umane; lo stesso Heiderich nel disegno prescelto per Further considerations lascia supporre la passione per una colorazione intensa e prefigura nei suoi angoli, periodi di svolta prolungati della nostra esistenza. Cercate queste corrispondenze nella musica di Further considerations e troverete ampie risposte in ogni momento.

Mimmo ha avuto la fortuna di essere uno degli ultimi partners del chitarrista Garrison Fewell: "Flawless dust" abbina il suo sedicente modo di suonare con l'abulimia della costruzione armonica di Fewell, un rappresentante eccelso delle teorie di Bailey. L'importanza dell'atto musicale foriero della produzione di un'immagine vivida e terribilmente artistica si comprende tutta nel lungo brano che pervade il clima complessivo della collaborazione; nei quasi 14 minuti di "A floating Caravan" c'è forse il miraggio di una generazione di musicisti, una forza spirituale attuata tramite la musica, dove un sottile gioco di elementi è in grado di provocare "svolte": note di chitarra completamente atonali e quasi al limite della liquidità, un sax mistico lavorato magnificamente sulla dissonanza e qualche effettivo percussivo in memoria di vecchi riti, lavorano subdolamente nell'improvvisazione alla stessa maniera con cui un Jonathan Harvey avrebbe lavorato su un suo pezzo. La cover propone una foto ottenuta dalla Nasa di Marte, ritraente formazioni di materiale che si prestano a questo gioco perverso delle modificazioni fisiche: è l'elemento che può legarsi all'esperienza che Mimmo ha immortalato su Granularities, il trio con Martin Mayes (corno naturale, a valvole e alphorn) e la computer music di Lawrence Casserley (digital processing per gli strumenti e piccole percussioni). Registrato nel cottage di Casserley, "Granularities" si impegna a creare una sorta di virtuale e moderna commedia in tre atti dove gli attori sono però solo i musicisti con le loro idee e le loro improvvisazioni: quello che si cerca di sondare è il livello di attrazione delle tecniche di fronte alla pratica emotiva; la sintesi granulare applicata agli strumenti viene contratta nelle sue capacità di modificare i suoni, cercando di lasciare intatta in qualche modo la parte intima dell'espressione, al fine di lavorare efficacemente sulla formazione di immagini mentali a supporto; è qualcosa che oggi in pochi ripropongono, distratti dalle avventure che la tecnologia propone. Dal punto di vista dei risultati c'è molto degli esperimenti di Subotnick e Maderna, quell'elettronica umanizzata capace di legarti all'ascolto allo stesso modo con cui Tito Stagno ci legava con le immagini alle scoperte sulla Luna, in un rapporto di corrispondenza che a ben vedere ci lega ancora indissolubilmente. Sprazzi di note estemporanee, masse di suono che aprono prospettive, in definitiva ancora spazi di cambiamento che mandano messaggi spaziali codificati, utilizzabili per chissà quale ritualità cosmica

Avant Music News
Daniel Barbiero

Just about ten years after the release of his first solo recording in 2005, Gianni Mimmo has come out with Further Considerations, an LP of compositions and improvisations for solo soprano saxophone. Mimmo takes best advantage of the LP’s format-by-division by devoting the A side to three independent pieces and the B side to an eleven-part suite. The A side opens with Mimmo’s concise interpretation of Steve Lacy’s Cette Fois—Lacy being the natural point of reference for an album of solo soprano saxophone. Life, dedicated to the memory of Mimmo’s friend Gilles Laheurte, also a soprano saxophonist, is improvised, but it retains the memory of structural chord changes that keep it coherent at the global level while remaining playfully unpredictable at the local level. The final track on Side A is Square as Theatre, a relatively brief piece dedicated to Italian 20th century painter Mario Sironi. Mimmo’s wistful, airy melodies jump registers and alternate with strident multiphonics, in the process turning bright timbre against itself to capture the undercurrent of melancholy and aloneness implicit in Sironi’s solid, slab-like forms and muted palette of ochres, umbers and drab olive. Side B is given over to sections from A Number of Floating Sections for Piet Mondrian, a composition of 1986-1989 for which Mimmo created a graphic score. While Sironi’s paintings captured the volume and solidity of things—the brute facts of matter—Mondrian’s mature work instead attempted to convey eidos through a reduction of form to its basics, his grids and primary colors constituting a neo-Platonism of the perpendicular. Mimmo, too, engages basics with the suite, the relatively brief individual sections of which let him construct cohesive forms in constrained spaces. The shorter of the pieces are epigrammatic, featuring a simplicity of line in which relationships between tones are clearly set out, even through leaps of intervals and interposed pauses. A handful of overdubbed sections, with their intersecting lines, seem to lay out the equivalent in sound of Mondrian’s orthogonal frameworks. As with all of Mimmo’s work the music here, no matter what its inspiration, is based on balance. Not only the moment-to-moment balance of register, phrasing, dynamics, and articulation, but a larger, more fundamental balance of abstraction and direct lyricism.

Music Addiction
Federica cacciari

Questo qui è il secondo disco solista di Gianni Mimmo, apprezzato sassofonista italiano, agile improvvisatore, titolare della Amirani Records e artigiano riparatore di strumenti ad ancia. E lo dico subito: è un lavoro bellissimo. Il suo soprano si muove. Sì, si muove. Come una nuvola in cielo. Come uno sguardo sensibile di fronte alla realtà. Come una penna ispirata su un foglio. Il suo sassofono è azione. Le sue note sono gesti da cui nascono effetti, figure e immagini, ma anche impressioni… Mimmo non è soltanto un bravo musicista. Oltre a essere preciso, elegante, intenso, pulito, espressivo e tecnico, sa anche affascinare e donare contenuti. La sua musica è un racconto di purezza e introspezione. Come un soliloquio. Seguendo le sue undici tracce sembra di leggere una silloge poetica o di visitare una personale di un pittore astratto. Di quelli che sanno ricostruire un volto o una situazione con pochi elementi (gli espressionisti, no?) o che sanno dedicarsi alla ricerca esecutiva parziale, magari di puro colore o puro movimento, senza ripetersi. “Further Consideration” è un disco sperimentale che sa fluire con grazia e linearità, dove il sassofono fa tutto da solo e misura la propria intensità in note lunghe o sfumate. Ma è anche poesia senza parole e studio ritmico senza percussioni. I titoli delle canzoni dicono che alcune musiche sono dedicate a Mario Sironi (il pittore metafisico e murale) e al sassofonista Gilles Laheurte. Un soprano come Mimmo. A riprova del tenore personale e insieme comunicativo del lavoro.

Music on Tnt
Loris Gualdi

Gianni Mimmo è, per chi non fosse avvezzo ad un certo tipo di sonorità, un artigiano del jazz. Abile ed eclettico compositore, in grado di raccontare storie di note attraverso il sassofono, strumento mediatico con il quale comunica emozioni e stati d’animo.

Da sempre aperto a sperimentazioni e nuovi orizzonti, l’artista italiano è spesso stato abile nel raccordare il mondo folle di Xabier Iriondo a quello intramontabile di Cage, Coltrane, Hemphill, sino a maturare un sentiero in cui il classico si avvicina al nuovo, proprio come accade con questo nuovo Further Considerations. Il vinile nero, targato Tarzan Records, ci invita a scorrere i nostri pensieri in maniera armonica, proprio come l’opera di cover art in cui una curva architettonica pseudo-speculare allinea il senso di consonanza ad un principio futuristico, che avvolge e protegge ombre e luci.

Nella ricerca continuativa di analisi sonora, posta ai margini di una ricerca insoluta, il disco, prodotto da Fabrizio Testa e Andrea Dolcino, si apre con l’unica composizione non originale. Infatti, Cette fois è legata al creato di Steve Lacy, che sembra essere un reale punto di riferimento per il sassofonista, pronto per un mondo ricco di silenzi e solitudine. Una solitudine cercata e voluta, tesa a ridisegnare i nostri spazi vitali fuori dagli orrori della quotidianità. La traccia, sviluppata tra libertà jazz e giochi di scale, ci introduce nel mondo di Mimmo ancor prima della lunga suite dedicata a Gilles Laheurte, con i suoi 13 minuti di corpo e anima.

Alcuni passaggi sembrano ricordare il suono che i chitarristi heavy mettono in atto con i loro virtuosismi; tanto è vero che le note viaggiano veloci quasi a simulare il suono di una sei corde, attraverso un lungo assolo di note frenetiche, che restituiscono la maestria esecutiva del suo autore.
A chiudere il lato A è Square as a theatre dedicated to Mario Sironi ,in cui un’aurea disturbante riassetta le espressività, mediante sviluppi che preludono a ciò che accadrà sul secondo lato di un disco pieno e solitario, proprio come i suoi suoni puri e narrativi che racconta.

Girando il vinile ci si imbatte in ben undici tracce, la cui durata grind si sposa con un’indole deliberatamente jazz, offrendo al sassofono il pretesto di un preludio silente, ideale per poi orientare gli astanti verso le labirintiche note di Hypnobirth . Quest’ultima composizione raccoglie le docili sensazioni iniziali per rivestirle mediante una lineare continuità, qui posata su bianche linee sonore, pronte a ridefinirsi come visionari esercizi risonanti, in cui la ridondanza richiama a gran voce “Una fragile contemplazione”. Da qui ci si inerpica su sbalordimenti desertici ed inquieti; un punto di osservazione in grado di avvicinare rurali ambientazioni con la durezza di alcuni suoni contemporanei.

Una densità espressiva che evolve prima in Body interlude e poi nella fugace espressività di Doubt and the frame , dai cui silenti infiniti ci si erge per racchiudere a se “Altri dubbi” e “Percezioni” di un disco caldo e pensante, in grado di restituire all’ascoltatore un mondo fuori dal mondo…a patto che l’ascolto sia attento ed esclusivo, unico viatico per entrare nel mondo di Gianni Mimmo.