Stefano Giust, attraverso la sua SetolaDiMaiale, ha messo in piedi un catalogo veramente straordinario, un patrimonio sul quale lo storico che affronterà le arti musicali in questi anni non potrà certo sorvolare, anche perché la caratura di quel catalogo ha un carattere internazionale. La pianista giapponese Yoko Miura, ad esempio, è ormai di casa presso la SetolaDiMaiale da alcuni anni, sia in solitudine sia con il Tag Trio. Il suo modello musicale è monkiano e monacale (da riferire alla vita monastica zen), rarefatto, giocoso, infantile, meditativo su forme e colori. Non si può dire che la sua concezione sia ripetitiva, pure a tratti sembra affezionarsi a un suono, a una frase, e ci si sofferma, la riprende, la studia, la ripete un po’ come fanno i bambini autistici ma poi, a differenza di questi, si sblocca e prosegue, magari cambiando umore e direzione.
Gianni Mimmo è quel sassofonista versatile e curioso, rispetto al linguaggio altrui, che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare in numeroso collaborazioni di diversa forma e tipologia. Anche in questa occasione non si smentisce e sembra comprendere alla perfezione quali direzioni intende seguire la compagna di viaggio, riuscendo sempre ad assecondarla e, questo è ancor più importante, a fare in modo di essere compreso a sua volta. Questo in “Departure”, le cui registrazioni risalgono al 2015, dal momento che in “Air Current” (registrato nel 2016) i giochi sembrano facilitati dalla presenza di Ove Volquartz, che in precedenza aveva collaborato sia con Mimmo sia con la Miura.
Chiaramente nel secondo disco le trame sono più fitte e l’atmosfera, che definirei primaverile nel caso di “Departure”, volge al novembrino a causa dei suoni grevi portati da Volquartz.
Un’accoppiata degna di attenzione.